martedì 13 aprile 2010

La NON PIAZZA di S. Bertilla e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli

Perché NON PIAZZA; per capirlo bisogna prima di tutto capire cos’è una piazza.

Ogni paese o città che si rispetti ha conosciuto lo sviluppo grazie all’interagire delle persone che l’hanno abitata, che l’hanno vissuta e difesa a pieno in nome dell’appartenenza comune.

Questo fermento di idee e di opinioni, inteso come momento di crescita culturale e spirituale, ha avuto luogo nelle piazze, solitamente situate nei centri storici, luoghi centrali e punti strategici delle città, accomunati da determinate caratteristiche architettoniche.

Come afferma l'arch. Boeri in un articolo di “Repubblica” datato 22 ottobre 2004, infatti, “una piazza storica italiana deve essere un mondo fisicamente compiuto, architettonicamente definito, chiuso[…] circondato da una compatta corona di edifici”, un luogo pubblico, insomma, ma allo stesso tempo intimo, dove l’individuo si sente libero di esprimersi, ma anche protetto nella sua personalità, dal rumore e dalla vita frenetica della città.

La piazza rappresenta quindi un’oasi di pace nel bel mezzo del caos cittadino.

Quindi, è chiaro il motivo per cui quella di S. Bertilla è una NON PIAZZA, non può e non potrà mai definirsi tale, dato che nel suo bel mezzo passeranno le 30.000 auto che ogni giorno transitano su via Roma!
Non una piazza, bensì una camera a gas.

Veniamo poi all’aspetto ecologico/ambientale di questa operazione. Per fare posto a questa non piazza si è abbattuta la vecchia scuola Pascoli, e fin qui ci si può anche stare, ma un progetto serio, moderno, avrebbe dovuto tenere in considerazione l’ambiente circostante e cercare una collocazione ecocompatibile, inserito nel contesto naturale circostante com’è nell’orientamento di tutta l’architettura attuale o perlomeno in quella dei paesi civilmente avanzati.

Nella fattispecie la vecchia scuola, alle sue spalle, possiede una discreta superficie a prato, delimitato da 16 grandi alberi, tigli e carpini di 50-60 anni d’età. Hanno ben dire i responsabili del progetto, quando replicano che a fronte degli alberi abbattuti ne verranno piantati di nuovi, forse però non hanno ben presente quanti nuovi piccoli alberi di 2-3 anni d’età si dovrebbero piantare per sopperire ad uno solo di quelli che si vorrebbero abbattere.



Attenzione inoltre che a ben vedere il cartellone del progetto installato nell’area in oggetto, non sono solo gli alberi dell’ex scuola Pascoli ad essere in pericolo, ma anche i cedri e l’abete azzurro e gli altri alberi di parte del giardino dell’asilo di fronte ed a lato della chiesa di S. Bertilla, perché al loro posto è previsto un bel parcheggio! Solo la magnolia viene preservata.

Per vedere tutto il progetto vai al sito del CentroSpinea



Le specie vegetali - è risaputo - hanno la straordinaria capacità di ripulire l’aria dall’anidride carbonica attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, ma forse non tutti sanno che anche esse contemporaneamente contribuiscono (in modo naturale) all’inquinamento dell’atmosfera.

Il profumo che le piante rilasciano, infatti, è generato dall’emissione di VOC (Composti Organici Volatili), di varia natura.

Una recente ricerca condotta dall’IBIMET dell'Istituto di Biometeorologia del CNR (BO) e il Centro Servizi per il Florovivaismo (MN) ha stilato la lista delle piante più salutari per l’atmosfera, quelle cioè che, grazie alle loro particolari caratteristiche fisiologiche e morfologiche, catturano moltissima anidride carbonica ed emettono pochissimi VOC.

Le prime tre piante sono: l'orniello , i biancospino e il tiglio.

Un singolo tiglio assorbe circa 36 kg di CO2 in un anno.

Si pensi che il valore medio delle emissioni di CO2 di un’auto di nuova fabbricazione è pari a:

- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.

Da questi pochi numeri, coscienti del grande volume di traffico che transita ogni giorno su via Roma, è facilmente intuibile l'importanza che questi alberi hanno per la salute degli abitanti di quest’area e costituiscono inoltre una possente barriera naturale al rumore ed alle polveri, soprattutto proprio a favore del nuovo quartiere sorto alle spalle della scuola.

Di questo problema si sta interessando il Comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea (vedi il loro progetto)

Note:

Frassini, olmi, tigli, aceri. Tutte piante che hanno foglie larghe e rugose, adatte a catturare ed intercettare l'anidride carbonica, l'ossido di azoto (NOx) e le polveri fini, il famigerato PM10.

Per quanto riguarda gli alberi ce ne sono due categorie o classi , la 1 che comprende i frassini, i tigli e gli ippocastani che assorbono circa 19 Kg di CO" all'anno e 36 chili dopo 10 anni. E la classe 2 di cui fanno parte gli aceri, i bagolari, i lecci che assorbono 34 Kg di anidride carbonica se sono sotto i sette anni e 65 Kg se sono di oltr
e 10 anni di età.

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